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LA VALCERESIO UNA GRANDE FAMIGLIA

LA VALCERESIO UNA GRANDE FAMIGLIA

di Basket Valceresio

 

 

 

 

 


 

Oggi abbiamo fatto due chiacchiere con Sergio Gusmeroli, numero uno della Valceresio

Pres, ma quando ti sei avvicinato al mondo biancoverde?

Iniziò tutto nel 2007, quando mio figlio Stefano decise di venire a giocare in Valceresio, spostandosi dalla Limax Clivio. L’impatto fu ottimo: ebbi modo di conoscere immediatamente Dino Acerenza e il mitico Sergio Broggi, allora Presidente. Nel giro di qualche settimana mi ritrovai ad essere coinvolto nel gruppo di genitori che, settimanalmente, aiutavano con piccoli ma essenziali compiti come, ad esempio, il referto durante le partite casalinghe. Trascorse poche settimane dall’inizio del campionato di mio figlio mi chiesero di diventare Dirigente Accompagnatore della squadra. Ecco, quello fu forse il primo vero “ruolo” che ebbi nella società, che sin da subito vidi come un ambiente famigliare.

Nel Consiglio Direttivo, invece, quando sei entrato?

Qualche anno dopo. Per essere più precisi era la stagione 2009-10, quindi un decennio fa. Furono sempre Sergio e Dino che mi convinsero, dal momento che stavano cercando una nuova figura che potesse aiutare a migliorare ulteriormente la società. Inizialmente il mio compito fu quello di mantenere i rapporti con gli sponsor, le cosiddette “pubbliche relazioni” e al tempo stesso fui incaricato di occuparmi anche del merchandising biancoverde. Oltre a questo, mi scelsero anche come referente per l’organizzazione delle feste di fine stagione che prima si tenevano a Cavagnano, mentre negli ultimi anni al Parco Lagozza ad Arcisate.

Da quanto sei Presidente e, soprattutto, cosa è cambiato rispetto al ruolo che avevi in precedenza?

Sono diventato Presidente nel 2018, subentrando a Pierluigi Locatelli. Diciamo che questa posizione cambia radicalmente il tutto: quando sei un Consigliere vedi cosa succede nella società, ti dai da fare ma la parola finale non è la tua. Da quando invece ho assunto questa carica sicuramente è cambiata la responsabilità, soprattutto a livello legale, esseno mia la firma su tutti i documenti ufficiali. Con la posizione che occupo, la priorità è sapere che tutto funzioni alla perfezione e che non ci siano intoppi. Questo va dalla serenità di ragazzi e genitori, ai rapporti con gli sponsor e le istituzioni. L’aspetto veramente positivo, però, è quello di avere un gruppo di persone e di amici che lavorano “dietro le quinte”. Mi riferisco ad esempio a Giancarla che è la numero uno per tutto ciò che riguarda tesseramenti, iscrizioni, gestione delle visite mediche e tante altre cose essenziali. Poi Nicola Antonello come segretario è sempre sul pezzo e ovviamente avendo come General Manager l’insostituibile Dino Acerenza, che segue tutta la parte sportiva, sono tranquillo, così come ovviamente lo sono tutti gli altri membri.

Come sta affrontando la società questo momento storico della pandemia?

Da Presidente mi ritengo molto soddisfatto che innanzitutto abbiamo un ottimo staff dirigenziale, come accennavo prima, ma soprattutto anche un gruppo di allenatori di primo livello che non è rimasto a guardare, ma anzi ha cercato di far qualcosa per i nostri atleti. Penso soprattutto ad Andrea Mai che è stato promotore di numerose iniziative, con l’aiuto dei suoi “colleghi”: i quiz per tutte le nostre squadre di Settore Giovanile e la C Gold, i disegni per i nostri bambini del minibasket, un video con i nostri ragazzi che giocano sulla neve, qualche consiglio su alcuni esercizi da fare in casa in questo periodo. Insomma abbiamo cercato di stare vicino a tutti nel miglior modo possibile.

Esattamente, cosa significa quindi per te la Valceresio?

La considero davvero una “Grande Famiglia”. Dico questo perché è la prima sensazione che ho sentito nel momento in cui ho varcato per la prima volta l’ingresso della palestra di Arcisate. Qui da noi si parla di basket, ma lo si fa con l’obiettivo di creare qualcosa per i ragazzi. Si cerca di fare il massimo affinchè loro e le rispettive famiglie si sentano davvero “a casa”. Vogliamo quindi che la Valceresio sia una “scuola di vita”, cercando di educarli, ancor prima di insegnargli a giocare. Non siamo ossessionati dal risultato sportivo: se arriva è un qualcosa in più, di cui chiaramente siamo orgogliosi, ma non abbiamo mai criticato o giudicato nessuno in base ad essi e mai lo faremo.

C’è invece un sogno nel cassetto che hai per la grande famiglia dei lupi?

Sicuramente entrare nella nuova palestra ad Arcisate, per far si che la Valceresio abbia finalmente dopo tanti anni, una “Casa”. Dico questo perché attualmente siamo costretti a fare attività in tante palestre diverse e quindi stabilizzarci in una sola palestra sarebbe un bel segnale anche per i nostri atleti, che avrebbero a disposizione un impianto moderno e soprattutto un punto di riferimento costante.

In conclusione, ti va di lasciare un messaggio per tutto il mondo biancoverde, in questo periodo di Covid?

Prendo prima un momento preciso: il mese di agosto quando siamo ripartiti. Lì si è visto l’entusiasmo di tutti, derivante dal fatto che anche grazie al lavoro degli allenatori i nostri ragazzi sono rimasti uniti dopo aver fatto diversi mesi chiusi in casa. Al tempo stesso moralmente ci siamo tutti rimasti male nel momento in cui abbiamo dovuto sospendere per la seconda volta: comunicarlo agli atleti e alle famiglie è stato davvero difficile. Purtroppo questa situazione generale che stiamo vivendo è davvero molto seria e complicata, ma per fortuna stiamo facendo il massimo per tenere vivi i rapporti sociali tra tutti noi, con la speranza che verso la fine di gennaio e gli inizi di febbraio, si possa provare a ripartire nuovamente senza però più fermarci.